sabato 21 aprile 2007

Film al cinema: Sunshine


2057: il Sole sta morendo. Il genere umano, prossimo alla completa estinzione, ripone le sue ultime speranze nell'Icarus II, una nave spaziale armata con un ordigno nucleare necessario per riattivare la stella. Durante il viaggio, l'equipaggio riceve però un misterioso segnale proveniente dall'Icarus I, scomparsa in una missione analoga sette anni prima a causa di un incidente…

Premessa: personalmente sentivo proprio il “bisogno” di un film di genere come Sunshine, nel senso che si tratta di un saldo esempio di film di fantascienza: pura, netta. Senza divagazioni nell’horror, senza sconfinamenti in sentimentalismi, senza zone misticheggianti.
Premessa numero due: letto quanto ho scritto sopra, Sunshine piacerà tantissimo a chi ama il genere, a chi si appassiona alle vicende scientifico-razionali di un’equipaggio spaziale, a chi ama film come Solaris o Odissea nello spazio, a chi segue con passione l’incedere dei rapporti umani in un contesto che di umano ha poco o nulla.
In certi punti poi Sunshine mi ha ricordato Mission to Mars (Brian de Palma e la fantascienza, praticamente detestato da tutti e invece affascinante e audace tentativo di una fantascienza d'autore) e nel secondo tempo similitudini con il bellissimo Punto di non ritorno – Event Horizon.

Fin dall’inizio Boyle ci teletrasporta su un’astronava già in viaggio, anzi, in viaggio da circa 7 anni. Non ci sono prologhi né scritte, solo una breve voce off che delinea il tentativo della missione, che si avvia al compimento.
Non c’è possibilità di comunicazione ormai, le intereferenze solari non permettono le comunicazioni, l'equipaggio è stanco, ansioso, isolato, solo.

Sunshine è fatto di attese e sospensioni, le atmosfere rarefatte nel cosmo, la nave spaziale e le psicologie dei protagonisti sono in primissimo piano, insieme a bellissimi momenti di coraggio, alle fredde percentuali di riuscita della missione, all'ossigeno da dilazionare, tra sensi di colpa, conflitti interni e ansietà, numeri e calcoli per salvare la vita (degli astronauti – del’umanità), per scampare alla morte, e i membri della Icarus 2 (esiste una Icarus 1…) che viaggiano “sopra una bomba verso il Sole”.

8 personaggi multietnici, l’universo, il sole, un’astronave, una missione e gli imprevisti.

Danny Boyle è uno dei registi più eclettici che ci siano, passa dall’horror (28 giorni, zombie movie da applausi) alla fantascienza, al film da camera (penso a Millions) alle sue prime pellicole cult (Trainspotting e Piccoli omicidi tra amici), sempre con buoni risultati, e questo non è da tutti. Sua una regia asciutta, salda, claustrofobia, con momenti che sono davvero d’impatto e che rimangono impressi (l’incipit, l’incontro con Mercurio, il rapporto con l’Astro, la stupenda sequenza finale… ma ce ne sono altre).


Bel cast: in un film centrato sulle inquietudini e le lacerazioni di un gruppo di persone non poteva essere altrimenti! Tutti gli attori sono diretti in maniera interessante, e nessun personaggio appare banale, o come si dice, tagliato con l’accetta: Chris Evans non è lo spaccone bambino dei Fantastici 4 ma è un “tosto” d’altri tempi, Rose Byrne bella e fragile, Michelle Yeoh carismatica e Cillian Murphy il vero protagonista.

Sunshine è un film fascinoso, ricercato, ambizioso e coraggioso nel suo essere moderno ma allo stesso tempo dal sapore della fantascienza classica.
Tutti questi lati positivi fanno perdonare alcune cadute di tono nel secondo tempo che forse sono troppo frettolose per la chiusura del film.

La prova spaziale di Boyle è riuscita, così come l'omaggio a Kubrick e Tarkovsky.
La quiete siderale e la rassegnata disperazione del gruppo di astronauti riporta ancora una volta l'uomo dinanzi alla grandezza sconfinata di un Universo se non ostile, certamente silenzioso e indifferente alle sorti dell'umanità.
E intanto il Dio Sole sta a guardare….




















Nessun commento: