sabato 28 aprile 2007

Film (da non vedere) al cinema: Perfect Stranger


Una cosa ridicola. La trama sembra scritta da un ragazzino di 14 anni in piena tempesta ormonale, arrapato e direi anche mezzo sbronzo. La regia poi dopo 10 minuti decide che per far colpo meglio evitare riprese troppo difficili e decide di soffermarsi sul didietro della Halle Berry, che praticamente recita da solo e spesso ha più scene della sua proprietaria. E poi sta cosa delle chat ad alta voce, ma quando mai si sono viste/sentite!
Ci sono 5-6 finali, controfinali, scene conclusive, e almeno 3 sequenze in cui lo schermo sfuma al nero e ti aspetti i titoli di coda. Non è un buon segno, se poi proprio il finale "decisivo" è proprio il più inverosimile che ci sia, cioè senza parole... Questo si chiama giocare male, nel senso essere sleali con lo spettatore. Scene scult ce ne sono a iosa, dalle mail volgarotte di Bruce Willis ai flashback dell'infanzia della Berry che sono assurdi!
Minuscolo spoiler: Ma il migliore resta l'immagine computerizzata della berry che blatera dal pc: Miles è un figo! Insomma, meno male dovevo rimanere inchiodato alla sedia come ho letto in giro, dopo il primo tempo me ne volevo andare!
Non ho nemeno voglia di indignarmi troppo ehehe, copio-incollo alcune recensioni de quotidiani trovate su Mymovies.it... Parlano da sole!
La Stampa:
Man mano che il film procede la plausibilità della faccenda diminuisce a vista d'occhio fino alle estreme conseguenze di un finale che in nome della sorpresa sacrifica il senso comune. James Foley, regista altre volte abile, non riesce a tenere in mano una faccenda che gli scappa da tutte le parti; e gli interpreti vivono di rendita su un prestigio divistico che un altro paio di film come questo finiranno per logorare.
Il Foglio:
I pettegolezzi li riferisce il Guardian. Produttori, regista, sceneggiatori di "Perfect Stranger" hanno avuto così scarsa fiducia nei propri mezzi da girare tre differenti finali, dove l'assassino era ogni volta diverso, sperando che almeno uno sarebbe piaciuto al pubblico delle privatissime anteprime organizzate dalle major per testare il prodotto prima dell'uscita in sala. Poiché un pettegolezzo tira l'altro, nello stesso articolo John Patterson riferisce che gli spettatori professionisti presenti alle suddette anteprime lamentavano il fatto che la regola dei tre tentativi non fosse stata applicata all'intero film, dal copione al cast, dalle musiche al montaggio, per non parlar della trama. Uno forse dei tre tentativi sarebbe andato a segno. In ogni caso, fare peggio di così era difficile. Sì: questo è lo stesso film che sui giornali della scorsa settimana – complice un giretto promozionale di Halle Berry in Italia – era vantato come un magnifico thriller con messaggio. Un thriller adrenalinico capace di sondare al tempo stesso le profondità di Internet e quelle dell'animo umano (passando per le chat erotiche, va da sé). La maledizione dell'Oscar esiste, e Halle Berry se l'è beccata. Forse non doveva emozionarsi tanto, quando le diedero la statuetta, e lei disse che era un grande passo per le donne di colore, poi cominciò a singhiozzare. Sarà stato un grande passo per le donne di colore, ma tutto quel che l'attrice ne ha ricavato è il costumino di "Catwoman" (trionfatore ai Razzies, le pernacchie d'oro). In "Perfect Stranger" – ci volevano tre tentativi di traduzione anche per il titolo? – ha una nuova pettinatura, vestiti da vamp, un lavoro da giornalista d'assalto, un computer superattrezzato che forse il garante della privacy non approverebbe. Nelle interviste, spiega che è un tour de force recitare la parte di una persona che finge di essere un'altra persona. Non abbiamo notato la differenza.
Il Corriere della Sera:
«Non capisco come gli artisti si prestano». La frase mi è tornata in mente dopo aver visto Perfect Stranger: mentre è noto che i divi prediligono, o addirittura esigono, i personaggi simpatici, qui Halle Berry e Bruce Willis sconfinano nell' antipatia. Chissà come mai i loro agenti non hanno evitato loro di cadere in una simile trappola. (...)
In base alla disordinata configurazione del film si può ricavare una regola: l' unica consegna inderogabile del cinema di consumo deve essere quella di non annoiare. In libera uscita dall' empireo dell' alta filmologia, non c' è niente di male a comportarsi da normali consumatori di un onesto prodotto di routine. Se un racconto per immagini è intrigante, scorre via veloce e ti fa passare gradevolmente un paio d' ore, dovremmo accontentarci e non star lì a spaccare il capello in quattro. Ce ne accorgiamo quando un prodotto non funziona, come accade con Perfect Stranger: un thrilling realizzato per divertire che ahimé non diverte affatto.

venerdì 27 aprile 2007

Film al cinema: Number 23

La vita ordinaria di Walter Sparrow, modesto accalappiacani, è scossa da un libro regalatogli per il compleanno dalla moglie. Intitolato "Il numero 23", il romanzo diventa un'ossessione per l'uomo, che trova una serie di connessioni, tutte nel segno del famigerato numero, tra se stesso e il detective Fingerling, protagonista del libro. Le cose si faranno complicate per Walter quando, del tutto persuaso che il racconto parli di lui, comincerà a farsi condizionare dal narrato al punto da mettere in pericolo la propria vita e quella dei propri cari.


Al di là delle numerologie e delle connessioni al numero (tutto sommato è comunque solo un “pretesto” a dispetto del trailer che ne sfrutta il mistero) Number 23 è un thriller-soprannaturale valido, buon esempio di entertainment condito da tensione a più livelli con diversi piani di narrazione, ognuno strutturato sopra gli altri senza “crolli”, valido e consigliato a chi piace il genere.

Non perfetto (Il seme della follia di Carpenter è comunque lontano, così come la claustrofobia del meraviglioso Pi greco-Il teorema del delirio di Aronofsky) ma neanche risibile come può sembrare leggendo il plot o di primo impatto.

Bellissima la fotografia che si adatta alle diverse situazioni (torna Matthew Libatique, lo stesso di The Fountain e Inside Man) e l’ambientazione (quella tranquilla domestica, quella onirica con i colori più saturi della carta stampata in cui si proietta il personaggio).
Schumacher diversifica stilisticamente i due universi che caratterizzano il film, in particolare quello letterario di Fingerling che risulta onirico e surreale, un'ambientazione favolistica e al tempo stesso dark, delineata con movimenti di macchina e montaggio molto veloci, colori plumbei e opprimenti, da noir metropolitano, e uno sviluppo temporale della vicenda assai tortuoso. L'altro universo, la vita di Sparrow, è girata in maniera molto classica, con una fotografia calda, scenografia e costumi semplici e realistici. Il continuum tra i due mondi è dato dagli attori che incarnano i vari personaggi nelle due diverse realtà. Questa diversificazione dissemina indizi per l'agnizione finale, alla quale si arriva nella seconda parte del film con una serie di spiegazioni che mettono al loro posto tutte le tessere del puzzle.

Joel Schumacher, tra pellicole più riuscite e altre meno (primo caso: Il cliente, Veronica Guerin, Un giorno di ordinaria follia, Phone Booth – secondo caso: Il fantasma dell’oepera, 8 mm), si dimostra buon artigiano, che svolge i suoi compiti con impegno, magari senza troppa originalità ma insomma, ci si accontenta.

Cast notevole: Jim Carrey se la cava anche in questa veste più dark, e davvero bene:
abile nell'alternare registri diversi in un doppio ruolo (il protagonista e il personaggio del libro) che richiedeva particolare attenzione e capacità mimetiche non indifferenti.
Brava anche Virginia Madsen (Sideways). Entrambi impegnati in ruoli sdoppiati e diversissimi: Carrey nei panni del dimesso Walter ma anche del cinico e stropicciato Fingerling, la Madsen in quelli della moglie pratica e premurosa e in quelli conturbanti di Fabrizia, la mora tutta curve.





La mitologia legata al numero 23, con date, coincidenze ed eventi tutti collegati in un modo o nell'altro a questo "magico" numero, si va a sommare a un elemento da sempre presente nel genere fantastico quale quello della paranoia, dell'incerto confine che separa la ricerca della verità dall'ossesione.
L’enigma di questo numero si riferisce all’ idea che tutti gli incidenti e gli eventi che avvengono nel mondo siano direttamente collegati con il 23.... per chi ci crede:


Ogni genitore contribuisce al DNA del bambino con 23 cromosomi.
Ci vogliono 23 secondi perché il sangue circoli in tutto il corpo.
Negli esseri umani, il ventitreesimo cromosoma determina il genere sessuale.
Ci sono 23 lettere nell’alfabeto latino.
Giulio Cesare, quando è stato assassinato, è stato colpito da 23 coltellate.
L’asse della terra è inclinato di 23,5 gradi (5 è 2 + 3)
I Cavalieri Templari avevano 23 Gran Maestri.
William Shakespeare è nato il 23 aprile 1564 ed è morto il 23 aprile 1616.
I calendari degli antichi egizi e dei sumeri cominciavano il 23 luglio.
11 settembre 2001: 11 + 9 + 2 + 1 = 23
Il Titanic è affondato la mattina del 15 aprile 1912 (4 + 1 + 5 + 1 + 9 + 1 + 2 = 23)
I Maya erano convinti che il mondo sarebbe finito il 23 dicembre 2012 (20 + 1 + 2 = 23)
La società di produzione di Jim Carrey si chiama JC23 Entertainment
La distanza del centro di Marte dalla sua luna più vicina è di 23.500 chilometri.
230 persone sono morte sul volo TWA 800.
Kurt Cobain è nato nel 1967: 1+9+6+7 = 23 , ed è morto nel 1994: 1+9+9+4 = 23.
Le lettere nei nomi di Joel Schumacher e Jim Carrey, sommate tra loro, danno come risultato 23.
Le lettere nei nomi di Virginia Madsen e Jim Carrey, sommate tra loro, danno come risultato 23. Charles Manson è nato il 12 novembre (11 + 12 = 23)

martedì 24 aprile 2007

Horror dvd

Recuperati a noleggio due horror che mi sono perso...

Bhè, uno è stato perlomeno piacevole da vedere, l'altro... decisamente no!

Non aprite quella porta - L'inizio racconta la "nascita" di Leatherface, i primi "approcci" con la civiltà, la sua famiglia e le mattanze che poi lo avrebbero contraddistinto.
Il film non è molto originale, in pratica è il remake del remake The Texas Chainsaw massacre di qualche anno fa (direi buonissimo remake dell'originale cult di Tobe Hopper) con Jessica Biel, ne riprende le atmosfere malate e i personaggi deviati, ma il risultato è abbastanza valido, i momenti di tensione ci sono, e anche gli attori se la cavano... Bella anche l'idea di far leva sulla guerra in Vietnam, e insomma, se vi piace il genere è un buon film!


Il Prescelto - The wicker man invece... uno scempio!

Brutto, brutto… ma cosa dico, bruttissimo! Il vero scult della stagione!!! Nicolas - monofaccia - Cage agghiacciante, il suo peggiore, e il che è tutto dire! regia inesistente...
Neil La Bute che aveva fatto Betty Love e Possession sembra essersi drogato prima, durante e forse dopo le riprese...
Mamma mia, ci sono delle scene che sono ridicolissime, altro che cappotted.. il bello è che non vorrebbero esserlo affatto! Una vera sola, con la S maiuscola.
Ellen Burstyn versione Braveheart è trashissima!
Lelee Sobiesky e Frances Conroy (Six feet Under)… ma cosa ci fanno in una boiata simile? Spero le abbiano pagate bene almeno! E alla fine pure una comparsata di James Franco… ma crischto!
In un aggettivo: imbarazzante.

lunedì 23 aprile 2007

Film al cinema: Svalvolati on the road


Doug è un dentista con scarso successo sia sul lavoro che a casa. Bobby è un idraulico con aspirazioni più alte. Dudley è esperto di computer ma totalmente fallimentare con le donne mentre Woody sembra essere un uomo di successo, a patto di non andare a guardare oltre le apparenze. È questo il quartetto che compone i non più giovanissimi "Wild Hogs" di Cincinnati pronti a partire per un viaggio su moto rombanti a caccia di una distanza da sé in direzione Pacifico.
Wild Hogs è una commediola caruccia, diciamo pure una cavolatina, ma si lascia vedere, ha 3-4 sequenze davvero divertenti e un quartetto di interpreti che vale il prezzo del biglietto.
Non è brillante come avrebbe potuto essere, e anche le gag non sono sempre così spassose, anzi, alcune "sforzano" la risata senza riuscirci, e in sè la trama sta su un fazzoletto.
Diciamo che quindi è un valido film per tutti i gusti se siete in compagnia al cinema e proprio non sapete cosa vedere, e ancora di più sarebbe un perfetto dvd noleggio da sabato sera, divano e pop corn, senza troppe aspettative.
Dicevo delle scene cappotted, ebbene si, quelle salvano un film un pò superficiale, da William H- Macy e l'avvoltio (in effetti, sequenza da morire! ehehe) a Marisa Tomei nel ruolo della simpatica barista, da Travolta spaccone a un irresistibile cantante country sovrappeso che canta Don't Cha delle Pussycat Dolls.
Svaolvalati on the road si ricorderà per uno dei maggiori incassi dell'anno (finora) negli USA, per una colonna sonora davvero giusta e per il cameo finale di Peter Fonda.
Ma, proprio come nel film, il suo ruolo da deus ex machina fugge via in sella alla sua Harley, e con lui anche il mito di Easy Rider, lontano, lontanissimo.

domenica 22 aprile 2007

Insensitive

How do you cool your lips
after a summer’s kiss
How do you rid the sweat
after the body bliss...
How do you turn your eyes
from the romantic glare
How do you block the sound of a voice
you’d know anywhere...
Oh, I really should have known
By the time you drove me home
By the vagueness in your eyes
your casual good-byes
By the chill in your embrace
The expression on your face
that told me
Maybe you might have
some advice to give
On how to be
Insensitive
Insensitive
Insensitive...
How do you numb your skin
After the warmest touch
How do you slow your blood
After the body rush
How do you free your soul
After you’ve found a friend
How do you teach your heart it’s a crime
to fall in love again
Oh, you probably won’t remember me
It’s probably ancient history
I’m one of the chosen few
Who went ahead and fell for you...
I’m out of vogue, I’m out of touch
I fell too fast,
I feel too much
I thought that you might have
Some advice to give
on how to be
Insensitive
I really should have known
by the time you drove me home
by the vagueness in your eyes
Your casual good-byes
By the chill in your embrace
the expression on your face
that told me
maybe you might have
some advice to give
on how to be insensitive
Insensitive...
Insensitive...
Jann Arden

sabato 21 aprile 2007

Film al cinema: Sunshine


2057: il Sole sta morendo. Il genere umano, prossimo alla completa estinzione, ripone le sue ultime speranze nell'Icarus II, una nave spaziale armata con un ordigno nucleare necessario per riattivare la stella. Durante il viaggio, l'equipaggio riceve però un misterioso segnale proveniente dall'Icarus I, scomparsa in una missione analoga sette anni prima a causa di un incidente…

Premessa: personalmente sentivo proprio il “bisogno” di un film di genere come Sunshine, nel senso che si tratta di un saldo esempio di film di fantascienza: pura, netta. Senza divagazioni nell’horror, senza sconfinamenti in sentimentalismi, senza zone misticheggianti.
Premessa numero due: letto quanto ho scritto sopra, Sunshine piacerà tantissimo a chi ama il genere, a chi si appassiona alle vicende scientifico-razionali di un’equipaggio spaziale, a chi ama film come Solaris o Odissea nello spazio, a chi segue con passione l’incedere dei rapporti umani in un contesto che di umano ha poco o nulla.
In certi punti poi Sunshine mi ha ricordato Mission to Mars (Brian de Palma e la fantascienza, praticamente detestato da tutti e invece affascinante e audace tentativo di una fantascienza d'autore) e nel secondo tempo similitudini con il bellissimo Punto di non ritorno – Event Horizon.

Fin dall’inizio Boyle ci teletrasporta su un’astronava già in viaggio, anzi, in viaggio da circa 7 anni. Non ci sono prologhi né scritte, solo una breve voce off che delinea il tentativo della missione, che si avvia al compimento.
Non c’è possibilità di comunicazione ormai, le intereferenze solari non permettono le comunicazioni, l'equipaggio è stanco, ansioso, isolato, solo.

Sunshine è fatto di attese e sospensioni, le atmosfere rarefatte nel cosmo, la nave spaziale e le psicologie dei protagonisti sono in primissimo piano, insieme a bellissimi momenti di coraggio, alle fredde percentuali di riuscita della missione, all'ossigeno da dilazionare, tra sensi di colpa, conflitti interni e ansietà, numeri e calcoli per salvare la vita (degli astronauti – del’umanità), per scampare alla morte, e i membri della Icarus 2 (esiste una Icarus 1…) che viaggiano “sopra una bomba verso il Sole”.

8 personaggi multietnici, l’universo, il sole, un’astronave, una missione e gli imprevisti.

Danny Boyle è uno dei registi più eclettici che ci siano, passa dall’horror (28 giorni, zombie movie da applausi) alla fantascienza, al film da camera (penso a Millions) alle sue prime pellicole cult (Trainspotting e Piccoli omicidi tra amici), sempre con buoni risultati, e questo non è da tutti. Sua una regia asciutta, salda, claustrofobia, con momenti che sono davvero d’impatto e che rimangono impressi (l’incipit, l’incontro con Mercurio, il rapporto con l’Astro, la stupenda sequenza finale… ma ce ne sono altre).


Bel cast: in un film centrato sulle inquietudini e le lacerazioni di un gruppo di persone non poteva essere altrimenti! Tutti gli attori sono diretti in maniera interessante, e nessun personaggio appare banale, o come si dice, tagliato con l’accetta: Chris Evans non è lo spaccone bambino dei Fantastici 4 ma è un “tosto” d’altri tempi, Rose Byrne bella e fragile, Michelle Yeoh carismatica e Cillian Murphy il vero protagonista.

Sunshine è un film fascinoso, ricercato, ambizioso e coraggioso nel suo essere moderno ma allo stesso tempo dal sapore della fantascienza classica.
Tutti questi lati positivi fanno perdonare alcune cadute di tono nel secondo tempo che forse sono troppo frettolose per la chiusura del film.

La prova spaziale di Boyle è riuscita, così come l'omaggio a Kubrick e Tarkovsky.
La quiete siderale e la rassegnata disperazione del gruppo di astronauti riporta ancora una volta l'uomo dinanzi alla grandezza sconfinata di un Universo se non ostile, certamente silenzioso e indifferente alle sorti dell'umanità.
E intanto il Dio Sole sta a guardare….




















The wreckoning

Sto mettendo via tutti i miei cd per il trasloco, e mi meraviglio di quanti singoli assurdi ho comprato!!!
Ho trovato anche questo, magari dal titolo non vi dice nulla, ma ascoltatela, magari ve la ricordate! ;)

I came I saw I kicked some ass
The pain I cause it makes me laugh
'Cause the way I do my thing is strange
I just inject myself into your veins, yeah!
Can't run
can't hide
There's no way out
The sun will rise and it's about
Time for the wreckoning
Time time for this girl to sing...
Damn if I thought that you would change
And my life would stay the same
When you don't even care about me
You know, you don't give a damn
Well things will come and things will go
And one thing I know for sure is that
You don't give a shit about me
And so I'm walking out the door
Oh yeah...
Can't move can't breathe it's gettin dark
The beast has come to steal your heart
So you better practice your scream
Well you may not live your dreams!
Things will come and things will go
And one thing I know for sure is that
You don't give a shit about me
And so I'm walking out the door
The wreckoning
The wreckoning
The wreckoning
Oh, it's time!
The wreckoning
The wreckoning
The wreckoning
Oh, it's time!
Damn if I thought that you would change
And my life would stay the same
When you don't even care about me
You know,
you don't give a damn...
Things will come and things will go
And one thing I know for sure is that
You don't give a shit about me
And so I'm walking out the door!
The wreckoning
The wreckoning
The wreckoning
Oh, it's time
The wreckoning
The wreckoning
The wreckoning
Ya don't give a damn
And I'm running from my problems
I got my funny face painted on
And then I'll think of what you said to me
And then I'll think of what you did to me
I'll think of you and probably laugh
And then I'll think of you and probably laugh
And then I'll think of you and probably laugh
You're the one I'm running from
Damn if I thought that you would change
And my life would stay the same
When you don't even care about me
Ah no, you don't give a damn
Well things will come and things will go
And one thing I know for sure is that
You don't give a shit about me
And so I'm walking out the door
The wreckoning
The wreckoning
The wreckoning
Oh, it's time
The wreckoning
The wreckoning The wreckoning
Oh, it's time
The wreckoning
The wreckoning The wreckoning
Ya don't give a damn
The wreckoning
The wreckoning
The wreckoning
I'm walking out the door!
Boomkat

venerdì 20 aprile 2007

Film al cinema: L'ombra del potere


"The Good Shepherd" ricostruisce, in modo certo molto romanzato, la storia dei servizi segreti statunitensi attraverso oltre quarant'anni di cospirazioni, intrighi e guerre di controinformazione che sono poi esplose in tutto il loro potenziale durante la guerra fredda. Il film è visto completamente dal punto di vista di Edward, interpretato da un ottimo Matt Damon. La parabola dell'agente Edward è una traiettoria discendente verso il nulla e la solitudine. Si tratta del resto di un uomo senza qualità, completamente passivo e incapace di prendere decisioni diverse da quelle che gli vengono imposte. Edward non è mai il motore dell'azione ma si limita, come un bravo soldato, a fare esattamente quello che gli viene detto, non solo nella vita lavorativa e "segreta" ma anche e soprattutto nella vita personale.
Bellissimo questo parallelo con il film di Spielberg, trovato su mymovies.it:
La sceneggiatura di Eric Roth rispolvera l'acutezza politica e morale del lavoro precedente, Munich. Entrambe le pellicole hanno al centro un personaggio la cui missione sembra essere quella di condurci verso uno stato di "giustizia universale". Entrambi i protagonisti vivono un lento senso di erosione del proprio animo. Se Eric Bana si libera lentamente di un peso fatto di frustrazione e rabbia, Edward Wilson (Matt Damon) nel "Buon pastore" si rinchiude, attraverso un movimento a spirale, in uno spazio, solo in superficie, portatore di protezione. Nei fatti, diviene complice della sua stessa ambiguità.
De Niro mette insieme un cast eccezionale, tra cui senz'altro spicca Matt Damon, qui impressionante “uomo di pietra”, completamente privo di espressioni, di slanci emotivi, di spontaneità e di senso dell'umorismo. Un travet che passa inosservato, perfetto agente CIA, con soprabito, cappello, occhiali e poca fantasia. E oltre a Damon, e allo stesso De Niro, troviamo Angelina Jolie, Alec Baldwin, Michael Gambon, Billy Crudup, William Hurt, Keir Dullea, Martina Gedeck, Timothy Hutton, Joe Pesci, John Turturro...
Davvero un sacco di nomi importanti per un film altrettanto importante, bello nella sua imponenza, maestoso quasi in certe scene, e in molte parti ammaliante con le sue immagini di pellicola "classica" fatta di inseguimenti, pedinamenti, bugie, fascicoli da nascondere e foto da decifrare, ma che resta troppo lungo, con troppi flashback che appesantiscono la visione, molte scene lente e d'atmosfera che un pò sfiancano. Non mancano i momenti più ritmati, e soprattutto nella parte centrale si verificano un sacco di avvenimenti essenziali per lo sviluppo della storia che tengono alta l'attenzione, ma la soglia spesso cala, così come scende spesso lo sguardo sull'orologio. Qualche taglio qua e là avrebbe giovato ad un film complesso e corposo quanto basta.
Le prove degli attori sono sensazionali, e se alcuni restano i fondo delle celebri comparsate, note di merito vanno a Matt Damon ma anche ad Angelina Jolie, a dimostrazione che i bei copioni la valorizzano, eccome. Bella, ma anche sfiancata da una vita di coppia inesistente e alla fine del tutto demoralizzata, un ruolo difficile e una parte riuscitissima.

giovedì 19 aprile 2007

Film al cinema: L'ultimo inquisitore


Spagna, 1792. Il pittore Francisco Goya gode del suo momento di gloria grazie alla nomina di "pittore di corte", nomina che gli permette di mantenere la sua vena artistica dipingendo il desolante scenario dela guerra e delle misere condizioni di vita cui è costretto il suo popolo. Un giorno, la sua musa ispiratrice - l'adolescente Ines - viene ingiustamente accusata di giudaismo e imprigionata dalla Santa Inquisizione. Durante la prigionia incontrerà fratello Lorenzo, astuto ed enigmatico membro dell'Inquisizione che abuserà della sua ingenuità per sfruttare il proprio potere ecclesiale. Ma un'incredibile vicenda costringerà l'uomo ad allontanarsi dalla Spagna, per farvi ritorno quindici anni più tardi sotto una veste completamente nuova.


Il ritorno di Milos Forman lascia con l’amaro in bocca per il film che poteva essere, anzi, per il capolavoro che poteva essere e che invece non è, restando imploso in sé stesso, in troppi sottotesti e forse con troppe ambizioni, alcune lecite e ben sviluppate, altre che invece sovraccaricano la storia.
Il risultato è uno di quei filmoni storici “come non se ne fanno più”, con ottime ricostruzioni della Spagna a cavallo tra due secoli, tra Inquisizione e Illuminismo, fede e ragione, nella morsa di sangue fra monarchia e rivoluzione, il tutto narrato attraverso diversi punti di vista: il pittore Goya, la sua musa Ines, la famiglia di lei, l’ambiguo padre Lorenzo…

Tutto questo è molto appetibile, ma cosa non giova al film? Cosa ne rallenta la messa in moto? Una narrazione convenzionale e l’idea di un’opera purtroppo un po’ confusa, riuscita in pieno nel dettaglio, nella singola scena, nel momento limitato alla singola scena, ma non nel complesso, il quadro generale è sfuggevole, si perde qua e là e soprattutto sbanda di molto dopo il salto temporale di metà film.

Cosa si ricorda di questo Goya’s Ghost?
Una sequenza finale da antologia che incanta e lascia basiti per la sua resa (il vero Milos Forman è lì, in quello sguardo, in quelle mani che si tengono, in quella carrozza e in quella cantilena di bambini….), i titoli di testa con le “pitture nere” di Goya, inquietanti e angosciose nella loro crudeltà tra l’ironia e la critica sociale dei tempi, le sequenze del pittore al lavoro (sia nella preparazione minuziosa dell’acquaforte, sia nelle pennellate tra laboratorio e palazzo imperiale) e …una luce, una ragazza, una donna:
Natalie Portman!

La adoro con tutte le mie forze, e non sono di parte se dico che in questo film è fenomenale. Interpretazione perfetta, addirittura tre (ripeto, tre!) ruoli in un solo film, e tutti coinvolgenti, appassionanti, addirittura commoventi per la loro tragicità e dolore umano. La ragazza timida aristocratica, la donna perseguitata dall’Inquisizione in preda al delirio, la prostituta che cerca solo il migliore cliente. Le migliori pennellate del regista e della sceneggiatura sono tutte per lei.

Sleeping satellite

I blame you for the moonlit sky
and the dream that died
with the Eagle's flight...
I blame you for the moonlit nights
when I wonder why
are the seas still dry?
Don't blame this sleeping satellite...
Did we fly to the moon too soon?
Did we squander the chance?
In the rush of the race
the reason we chase is lost in romance
And still we try
to justify the waste for a taste
of man's greatest adventure
I blame you for the moonlit sky
and the dream that died with the Eagle's flight
I blame you for the moonlit nights
when I wonder why
are the seas still dry?
Don't blame this sleeping satellite...
Have we got what it takes to advance?
Did we peak too soon?
If the world is so green
then why does it scream under a blue moon?
We wonder why
the Earth's sacrificed
for the price of its greatest treasure
I blame you for the moonlit sky
and the dream that died
with the Eagle's flight
I blame you for the moonlit nights
when I wonder why
are the seas still dry?
Don't blame this sleeping satellite
And when we shoot for the stars
what a giant step
Have we got what it takes
to carry the weight of this concept?
Or pass it by
like a shot in the dark
miss the mark with a sense of adventure
I blame you for the moonlit sky
and the dream that died with the Eagle's flight
I blame you for the moonlit nights
when I wonder why
are the seas still dry?
Don't blame this sleeping satellite...
Tasmin Archer

Your heart is an empty room...

Burn it down
till the embers smoke on the ground...

And start new
when your heart is an empty room

With walls of the deepest blue...

Home's face:
how it ages when you're away

Spring blooms
and you find the love that's true

But you don't know what now to do
Cause the chase is all you know
And she stopped running months ago

And all you see
is where else you could be
when you're at home
Out on the street
are so many possibilities
to not be alone...

The flames and smoke
climbed out of every window

And disappeared
with everything that you held dear

and you shed
not a single tear
for the things that you didn't need
'Cause you knew you were finally free

'Cause all you see
is where else you could be
when you're at home

Out on the street
are so many possibilities
to not be alone

And all you see
is where else you could be
when you're at home
there on the street
are so many possibilities
to not be alone...


Death Cab For Cutie

lunedì 16 aprile 2007

Studio Aperto, il tg giovine!

Dopo i titoli delle principali delizie che ci aspettano, che passano con disinvoltura dalla tragedia di Cogne alla svolta rock di Thais e Melissa, dall'attentato kamikaze al concorso per il cane che sbava di più, si parteee con una sorta di circo a chi la dice più grossa!!

La polpetta è sempre quella: si inizia con i drammi: omicidi, stragi del sabato sera, malasanità, stupri o rapine, cronaca nera nerissima del giorno. Il tutto condito con un'enfasi che i melodrammi più drammatici se la sognano. Della serie: con quale coraggio vanno da una madre che ha perso un figlio a chiedere “Signora come si sente?” lo sanno solo loro.

Poi si passa al meteo, magari con un sorriso: se c’è freddo perché c’è freddo, se c’è caldo perché caldo, se non piove perché non piove, se fa caldo fa troppo caldo, se c'è nebbia non si vede una cippa e delle auto si sente solo il rumore, se piove allora diluvia e passa Noè con l'arca, se grandina i chicchi sono grandi come delle meteore di Armageddon, se le verdure non crescono crolla la Borsa di Hong Kong, se di nuovo splende il sole tutti al mare a febbraio in costumino due pezzi (e magari ci attaccano subito subito il servizio Moda mare al solleone! ).

Apparizione della politica: 30 secondi. Non si capisce un cacchius.

Parentesi Youtube: ogni giorno un servizio finto intellettuale. Esauriti giustamente la decina di casi di bullismo,ormai si mettono a parlare dei gavettoni fatti al mare dai bimbi delle medie.

Poi la data del giorno è pari di solito tocca ad un servizio su Kate Moss con tutte le marachelle da bimba cattiva che combina, se è dispari di solito c’è la Bellucci o la Marini in interviste esclusive per dire che nella loro vita tutto è ok nonostante dei momenti poco felici.
La cosa più bella sono i servizi monotematici con sempre le stesse identiche immagini: si parla della Ferilli? Viene messo lo strip fatto quando la Roma vinse lo scudetto.
C'è la Bellucci? Foto calendario con lei nella vasca da bagno e la sigaretta in bocca, sempre quella, insieme al backstage in cui si tiene le tette.
Elisabetta Canalis? Immagini backstage del calendario coi capelli al vento e il vestito svolazzante in Sardegna.
Elenoire Casalegno? Solo e sempre le foto di lei tigrata panterona.
Anna Falchi che ripete sempre lo spogliarello come la Loren e si tuffa nella fontana di Trevi, praticamente ogni settimana!
La Hunziker? Il servizio stile pin up con palloncini e rossetto. SEMPRE!
E il tutto condito col SIMPATICISSIMO effetto sonoro dello scatto: click click click click!

Ci sta anche il buon Lapo, tra una sniffata, una botta a un trans, un atto di dolore e un paio di occhiali nuovo. Ultimamente c’è Vallettopoli con effetti disastrosi sulla struttura della trasmissione perché spesso le veline aprono il tg, e dopo sarebbe troppo rimetterle!

Parentesi Grande Fratello.

Di nuovo il meteo… eh si una volta sola non basta…il tempo cambia ogni 5 minuti in Italia si sa… Bisogna aggiornare, chi può dire dove andranno quegli antipatici nuvoloni!

E poi, l'apoteosi: i servizi strappalacrime sugli animali.
Il povero cagnolino abbandonato in autostrada, o sul labrador preso a calci da un alieno oppure sul gatto che si è smarrito sul tetto mentre aspettava che la padrona tornasse dal supermercato, la volpe che non torna al villaggio, il criceto che precipita dal terrazzo e il condominio lo piange disperato, poi ancora il delfino con la pinna mozzata e la tartaruga che riesce a chiamare il padrone con i suoi versi. Il tutto con delle musiche di sottofondo che ... che non si possono commentare!
Esempio: http://www.youtube.com/watch?v=uKPztqaIzBE&mode=related&search= http://www.youtube.com/watch?v=0dPS-EHl-FE
Tutto con la voce rotta dal pianto della giornalista che in pratica si dà le testate contro il muro per essere davvero sofferente e le interviste tarocche ai bambini che dicono che gli dispiace e non mangiano più senza il loro cucciolo e si ammalano. Roba che neanche ET è riuscito a farci lacrimare così copiosamente!

Ogni tanto ci sta anche il “servizio su un servizio” di Striscia o delle Iene... Incursione a sorpresa negli studi Mediaset con musichetta dance del momento: un periodo era un continuo usare KT Tunstall!

Fin qui i servizi... e ne parliamo del loro SLENGHHH?
E' tutto un susseguirsi di imperativi del tipo: Guardate qui! Ascoltate questa! Sentite qua!
E dopo cadenzano l'imperdibile notizia con una lentezza e scandendo le parole manco fossimo dei ritardati:
Sentite l'ultima --- questa è la blogger --- più --- anziana --- del ---- mondo ---- Pensate ha --- 95 anni----Con delle pause che manco Guendix!

Attendendo con ansia il servizio sul tormentone estivo che già da maggio fa capolino tra i titoli di testa, posso solo urlare...
Lunga vita a Studio Aperto!







Film al cinema: The Illusionist

Quando alla fine di un film, appena iniziano ad accendersi le luci nella sala, la prima cosa che pensi è un: Mah… non è un buonissimo segnale!

Insomma, il film è carino, si lascia vedere… ma non mi ha coinvolto, non mi ha avvolto (forse rende meglio come verbo) come aveva fatto The Prestige e tutto sommato è relativamente banale. Il paragone va fatto, visto il tema magico comune, ma si risolve presto con una netta preferenza per il film di Nolan, grazie ad una regia più sicura, una storia molto ma molto più pregna e un cast meglio assortito. Qui tutto sembra sottotono, a parte una fotografia stupenda e una colonna sonora (Glass!) che si fa ricordare. Le atmosfere antichizzate e rarefatte, virate al giallo e al rosso sono perfette, così come la ricostruzione della Vienna d’epoca, che non è l’atmosfera gelida e intellettuale del film di Nolan, ma tende al melò. Cosa non funziona secondo me? L’approccio alla magia in questo caso non mi ha convinto.

In The prestige tutto era “razionalizzato”, il trucco svelato (almeno quelli sul palcoscenico) e la magia più grande che racchiudeva tutto, con finale a sorpresa per questo riuscito e ben diluito su tutta la pellicola. Qui è lodevole il fatto che si sia scelto un approccio diverso, in cui Ed Norton – Eisenheim fa cose incredibili e magie impossibili, e nessuna di queste viene spiegata, quindi è sottolineata l’ambiguità di questo illusionista, probabilmente vero conoscitore dell’arte soprannaturale, ma è evidenziata talmente tanto che lo spettatore è poco partecipe alla vicenda. Non essendoci trucchi comprensibili, si vedono solo belle immagini (e sono davvero belle sia chiaro, con dei tocchi di surrealismo e di effetti speciali congeniali che meritano in effetti) e questo limita il tutto, frena il pathos, e non ci fa sembrare simpatico Edward Norton. La storia poi è fintamente complicata, cioè si complica soltanto quando vuole sbrigliare tutti i nodi in un finale che sembra scritto col fiatone. Gli ultimi 5 minuti risolvono ogni dubbio, e anche se “tutto torna” (e comunque non è così chiaro) è approssimativo volere chiudere due ore di film così frettolosamente. Se poi io stesso ho pensato che il finale era piuttosto prevedibile… Diciamo che no, non va bene!

E allora.. allora ha dei pregi e dei difetti, non è imperdibile, però si lascia vedere, in compenso può anche irritare e per tutto quello che ho detto si fa anche dimenticare presto. Lodevole comunque Norton (anche se ripeto molto "distante"), presenza prettamente fisica la Biel e... ho trovato un attore secondo me sopravvalutato: Paul Giamatti, qui capo della polizia di Vienna. Nel primo tempo congeniale, nel secondo tempo tra smorfie e discorsi viene voglia di vederlo investito da una carrozza!

Se vi interessa il genere comunque non perdetevi The Prestige, mi ripeto: uno dei migliori film degli ultimi anni, un gioiello e quello sì davvero DA VEDERE! ;)




domenica 15 aprile 2007

Ultimo film visto in dvd: Lucio Fulci

Recuperato e visto oggi questo film di Fulci, Non si sevizia un paperino...
e sono rimasto davvero fulminato, nel senso buono!
Un signor film, che a dispetto del titolo, del cast, del regista e della prima impressione è un giallo che è davvero perfetto nel suo genere. Visti i nomi degli interpreti infatti il film può essere erroneamente classificato come Trash da molti. Si tratta però, ripeto, di un Giallo (e a detta di molti critici è il miglior Thriller italiano degli anni 70, le recensioni sui dizionari di cinema sono ottime! )... Milian - Er Monnezza - non si abbandona in comportamenti coatti ma è un distinto giornalista, per dirne una!
Poco splatter (almeno nel primo tempo - dal secondo ci sono delle scene incredibili, che seppur gore non sono mai gratuite), suspense sempre altissima, molta introspezione, con un sacco di personaggi che si avvicendano e che sono studiati e caratterizzati benissimo, mai lasciati al caso o abbandonati, tutti credibili e ben interpretati. Ambientato in un paese del Sud, tra tradizioni, superstizione, modernità e diffidenza verso il prossimo, presenta un'atmosfera torbida, solare e "calda" (almeno per i colori) ma in realtà malata se si considerano i personaggi che incontriamo, ognuno con un segreto, ognuno con la sua storia.
Gli attori sono bravissimi, e Florinda Bolkan è strepitosa! La sua scena "madre" è incredibilmente suggestiva e davvero mi ha fatto venire un brivido lungo la schiena (dico solo che il sottofondo è la canzone della Vanoni "Quei giorni insieme a te" e la musica con quelle immagini sono un vero shock!).
Lucio Fulci poi si è via via spostato sui toni più horror - fantasy - splatter (tipo L'aldilà per intenderci) e in questo senso sembrano quasi due registi diversi, ma se qualcuno dice che questo è il capolavoro di Fulci... devo dire che nel genere thriller lo è, anche perchè anomalo rispetto ad altri suoi lavori. Che altro dire... che la Barbara Bouchet ha sbagliato a concedersi a Pippo Franco & Co. e al filone pecoreccio visto che in quello horror se la cava molto bene (ed è anche bellissima), che è vero come ho letto che è raro vederlo in tv, che la soluzione del caso è davvero a sorpresa... ed è simpatico l'aneddoto che fece scagliare la censura su questo film e che sa tanto di un'abilissima mossa pubblicitaria: in una scena la Bouchet appare nuda davanti ad un bambino, in realtà la scena "diretta" in cui i due appaiono insieme di fronte è solo una sequenza molto breve e... Fulci usò un nano per realizzarla! Quindi la censura si ritirò, ma ovviamente la verità fu tenuta segreta e lo scandalo ormai fatto!
L'avevo letto prima di vedere il film, e in effetti si notano le spalle diverse del ragazzino. ;)
Curiosità: la scena finale era così violenta (per la censura, ovviamente) che convinse il produttore di Zombi 2, Fabrizio De Angelis che Fulci fosse la persona giusta per dirigere il nuovo film sui morti viventi. Cosa che poi avvenne!

On the television, by night!



Ecco, appena finito di vedere su Italia1 Alien3.

Adoro la saga di Ripley, tutti e 4 i capitoli, ed è strano che una serie di film con ben 4 registi diversi e dai toni più disparati abbia comunque mantenuto una sorta di continuità e di "filo" che non ha mai deluso, almeno parlo per me che ho apprezzato tutte le pellicole!

Netta ovazione per il primo di Ridley Scott: epocale, storico, mitico insomma. Una vera svolta nel genere, una donna protagonosta, un alieno assassino dal sangue acido, droidi e la scena da antologia della "nascita" del pargolo alieno con fuoriuscita direttamente dalla pancia del povero malcapitato.... Che poi penso anche alla parodia in Balle Spaziali, ahaha bellissima! ^^

Mother bastardaaaaa!!!

Rapporto finale del veicolo spaziale commerciale Nostromo, da parte del terzo
ufficiale. Gli altri componenti dell'equipaggio sono morti... Carico e nave sono
distrutti.

Aliens by James Cameron: quando un sequel può competere e alla grande con l'originale. Ma Cameron ci ha abituato a sequel che sono stratosferici (Terminator 2 vi dice nulla?) e qui non si smentisce affatto... scena assurde, effetti specialissimi, la macchina robotica in cui si infila Ripley (poi ripresa dai sequel di Matrix per la difesa di Zion) e... la mammina!

Siete sull'ascensore per l'inferno, in discesa!

Alien3 per David Fincher è stato il vero trampolino prima dell'apoteosi di Seven: un film sporco, sudato, violento, duro, Ripley con lo scalpo nel profondo "buco di culo" della colonia penale e un finale omaggio a Terminator 2 da senza parole!

Fino alla Clonazione, quello che poteva essere fin dal titolo un film scult che in realtà è la degna conclusione di una saga incredibile: Jean Pierre Jeunet (quello del Favoloso mondo di Amelie!) che ingaggia anche Winona Ryder (stupenda) tra mostri, rapporti umani e rapporti alieni, e un finale che chiude il cerchio:

Finalmente, sono a casa.

You're welcome!


Ma benvenuti!



Inizio così... Alla faccia della banalità!

Ma vabbè, sono anche le 4 del mattino e sono mezzo febbricitante (che bella parola! eheh)... quindi, va bene così su, che tanto i primi post non li calcola mai nessuno!

Questo è il mio blog, praticamente metto le cose in chiaro: non troverete argomenti seri, ve lo giuro! Non voglio neanche iniziare post del tipo: sto maleee aiuto che dolooore... NU.

Vi dico cosa troverete:

- recensioni di film

-trailer

-commenti a dvd, televisione, reality, serie tv

-tuffi nel passato, vecchie canzoni, giocattoli e cartoni animati della nostra infanzia

-cappottamenti e cazzeggi

-varie ed eventuali!

Meglio mettere le cose in chiaro! Ahaha! ^^

Detto questo vi saluto, e inizio a scoprire il magico mondo del blogger...

Un ringraziamento sentuito a Jessica Doll per la gif brilliance di benvenuto... Chi sia Jessica Dolls non lo so, di primo impatto sa tanto di un negozio on line di bambole gonfiabili, ma scopritelo voi! :D

Diè