domenica 17 giugno 2007

Film al cinema: I Fantastici 4 & Silver Surfer

Reed Richards e Sue Storm sono alle prese con il loro matrimonio: lui, scienziato pazzo con la testa tra le nuvole, lei donna con i piedi per terra che "sogna il momento più bello della sua vita". Intorno a loro ci sono gli amici di sempre: Johnny Storm tutto donne, macchine e ricerca di sponsorizzazioni e "La Cosa", gigantone dal cuore d'oro innamorato della sua "sexy & saggia" Alicia.
Ma c’è un doppio problema da affrontare per i Fantastici Quattro: la Terra è minacciata dall'arrivo di Silver Surfer, nunzio di Galactus, il distruttore di mondi, che vuole cancellare dall'universo il nostro pianeta per ottenerne l'energia necessaria al suo sostentamento e il "solito" Dottor Destino, che, redivivo, trama contro il quartetto per eliminarlo una volta per tutte.

Tornano al cinema i Fantastic 4, e mai come in questo caso vale il motto: squadra che vince non si cambia.

Stesso cast, stesso Tim Story alla regia, stessi sceneggiatori (tra cui il Mark Frost di Twin Peaks), stessa presa di posizione registica: così come il primo film assistiamo ad una pellicola veloce, leggera, senza troppa introspezione, puntata dritta dritta all'ironia e imperniata sulla battuta, con dialoghi che non si prendono mai sul serio e molte scene che ormai sanno di già visto, basti pensare ai litigi tra la Torcia umana e La cosa o allo spirito spavaldo di Chris Evans.


F4 e Silver Surfer è comunque un piccolo passo in avanti rispetto al film predecessore, che personalmente fu una delusione. Abituati ai supereroi con superproblemi o alle lotte tra mutanti, vedere quattro scavezzacollo in calzamaglia e un villain che può suscitare tutto tranne che timore non era certo un ottimo risultato.
Il ritorno dei quartetto fantastico migliora un pò il tono, ma sicuramente questo è dovuto al fatto che manca il preludio, la nascita e la presa di coscienza dei superpoteri, i nostri eroi sono già conosciuti e addirittura finiscono tra le notizie del telegiornale come si vede subito all'inizio della pellicola, tra l'adorazione della folla che li circonda.

Il pregio è questo: non prendersi troppo sul serio, mantenere un tono scanzonato e divertente per tutta la sua breve durata... e bisogna ammettere per forza che è prorpio questo ultimo aspetto che fa adorare F4: i 92 minuti. Dopo le estenuanti 3 ore di Spiderman entrare al cinema e uscirne dopo un'ora e mezza sembrava impresa impossibile. In questo, una lode.

Ma per il resto di questo film si ricorda solo l'antagonista Silver Surfer: eroe tragico e romantico con il suo carico di disperazione personale e i suoi effetti visivi perfetti (e non si capisce invece come mai le "estensioni" dello snodabile Mister Fantastic siano rese sempre così male e così "finte"...).

Il Surfista Argentato, modellato sulle fattezze dell'attore Doug Jones (Il Labinto del fauno) ma doppiato in originale da Laurence Fishburne (e il doppiaggio italiano per fortuna mantiene lo stesso timbro di voce) è l’araldo intergalattico con un look che tanto ricorda il T-1000 di Terminator 2-Il giorno del giudizio.
La sequenza in cui fa la sua entrata in scena, proprio mentre si sta celebrando il chiacchieratissimo matrimonio di Sue Storm e Reed Richards, tra elicotteri che cadono ed un lungo e coinvolgente inseguimento attuato dalla Torcia, rappresenta una delle scene più spettacolari (che a dir la verità non sono tantissime).

Per il resto, a parte la bellezza dei fratelli Storm, il ricorrente e divertentissimo cameo di Stan Lee (per ora la sua migliore "incursione" in una pellicola Marvel, imperdibile!), non c'è molto da dire... era lecito attendersi qualcosa di più accurato, ma soprattutto di più maturo che potesse non solo essere letto bene da chi il fumetto lo conosce, ma che al tempo stesso riuscisse ad attrarre nuovi spettatori.
Gli incassi USA, praticamente identici a quelli del film predecessore, la dicono lunga su questo aspetto... nessuna evoluzione di rilievo.

Tra le altre avvertenze, segnaliamo inoltre ai fan del cattivissimo Galactus che potranno strapparsi i capelli nel vedere il Distruttore dalla familiare armatura violacea trasformato qui in un nuvolone cosmico... e basta. Il recupero del Christian "Nip/Tuck" McMahon (una espressione sola), ovvero Doom, è superfluo e la scena finale "cinese" è un tantinello imbarazzante...
Come rovinare un film con un finale ridicolo.

Ops, ma i 90 minuti sono già passati....

2 commenti:

Anonimo ha detto...

lo vedrò per la jessica e chris :D
Mentre spider crolla nel terzo capitolo, magari questo se faranno il terzo sarà buono eheh!
bacio!!!

Diè ha detto...

Ehehe, magari vanno al contrario, uno parte bene e finisce male e l'altro parte di merda e sale in pompa magna...
Pompa magna? Buhahahah!!!!