venerdì 11 maggio 2007

CULT in tv: La casa dalle finestre che ridono

Inizia ora su Rete4 un film incredibilmente bello e assolutamente imperdibile per chi ama l'horror italiano e il thriller nostrano, La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, scritto con Maurizio Costanzo (si, proprio lui, che ai tempi faceva sceneggiature cult del genere e scriveva testi come Se telefonando di Mina). Un vero gioiello, senza se e senza ma! Uno dei miei horror preferiti.Stefano è un giovane artista che arriva in un villaggio della pianura padana con il compito di restaurare un affresco fatto dal misterioso Legnani, affresco che ritrae un inquietante San Sebastiano. Molto presto le cose iniziano a volgere per il peggio e Stefano riceve telefonate anonime che gli intimano di allontanarsi dal paese. Stefano non molla e decide di scoprire il mistero che si cela nell'affresco e nel passato di Legnani. Giungerà a scoprire un'agghiacciante verità in un finale assolutamente sorprendente.


Posto la recensione da www.exxagon.it

Insieme a Profondo Rosso il più bel horror di casa nostra.

Il primo horror di Avati, costato 150 milioni e girato in cinque settimane, è ritenuto da tutti quelli che abbiano una certa esperienza nel campo del cinema horror come uno dei capolavori dello spaghetti thriller e del cinema di paura.

La casa dalle finestre che ridono rappresenta, insieme a poche altre pellicole dello stesso periodo, la summa del cinema horror incastonato in una trama gialla, e rappresenta di certo la cigliegia sulla torta delle produzioni orrorifiche avatiane.

Il film inizia con una sequenza fra le più inquietanti che si possano immaginare (solo Argento con Profondo Rosso forse ha fatto di meglio). Ecco che poi ci ritroviamo nei territori più cari ad Avati, quelli della desolata pianura padana, una terra "solare ed amica", nota per la vita agreste, che nulla dovrebbe avere a che fare con la morte ed il mistero. Eppure tutta l'inquietudine sfocia proprio dall'idiosincrasia fra l'ambiente anti-gotico della campagna e l'inquietante mistero che monta ed avviluppa tutti gli abitanti ed il protagonista fino a giungere ad un finale da 10 e lode.

Se mai qualcuno vi rivelasse il finale prima del tempo, uccidetelo all'istante! Da vedere, da rivedere, da comperare in DVD da mostrare con orgoglio fra le chicche della vostra videoteca.

Se non vi piace questa opera di Avati le cose sono due: o siete molto giovani, oppure avete delle grosse lacune nella vostra preparazione al cinema horror. Ovviamente siete liberi di pensarla come volete; però...

FORSE TUTTI NON SANNO CHE...

  • La storia ha origine dal ritrovamento del corpo di un ... (no spoiler) effettivamente avvenuto vicino a dove abitava Avati.
  • La mano che si appoggia all'albero alla fine del film è quella di Pupi Avati.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

me lo sto vedendo eheh.
esterina

Diè ha detto...

Ahaha, per me notte bianca in vista! ^^

Anonimo ha detto...

Ma de che... ma a chi non può piacere... non è possibile. La sola grossa lacuna è il non averlo visto! L'ho preso in DVD questa estate, lo giudico uno dei film horror più spaventosi che abbia mai visto (soprattutto per il finale).
Ho 33 anni, sono appassionato di cinema horror e solo questa estate ho visto La Casa Dalle Finestre Che Ridono.